The 9th edition of the Italian magazine i Progetti puglished our project for the showroom Playmaker. We thank Alessandra Maria Loglisci for the article (in Italian)
“La maestria dell’architetto spesso si ritrova nella purezza delle forme e nella semplicità delle operazioni compositive e formali che egli pone in essere. «Less is more» asseriva Mies facendo riferimento a quel minimalismo formale, attivato attraverso un processo di sottrazione, frutto di una continua ricerca di semplicità. Copertura, basamento e collegamento tra i due, sono i tre elementi alla base della composizione architettonica dello showroom progettato e realizzato dallo studio DRA&U a Roma nei pressi del Parco dei Castelli Romani lungo la via dei Laghi. Dinamismo e laboratorio-vetrina sono le parole chiave che sintetizzano il pensiero e le esigenze dei progettisti e della committenza. L’edificio è luogo di un’azienda di fashion design e la volontà di creare uno spazio interno percepibile dall’esterno e fortemente caratterizzato sono magistralmente resi attraverso la trasparenza dei vetri perimetrali dai quali si percepisce il geode di collegamento della piastra di copertura e di quella di basamento. Copertura e basamento sono formalmente concepite come massicci volumi parallelepipedi tagliati da piani paralleli tra loro, omogeneamente inclinati, che conferiscono dinamismo alla composizione. La struttura geodetica autoportante, al centro dell’ampio open space sviluppato su 150 mq di superficie, è l’elemento organico e dinamico che domina lo spazio: composta da 144 triangoli di legno tamponati con panelli in Solid Surface appare come un corpo cristallizzato di giorno che si smaterializza di sera attraverso la retroilluminazione. Grande importanza è attribuita anche alla sostenibilità economica ed energetica del manufatto; attraverso lo studio dell’architettura tramite software parametrici BIM (Building Information Modeling) e di calcolo energetico si sono attuati artifici tecnici che hanno permesso di costruire un edificio quasi energeticamente autosufficiente. Il solaio di calpestio è sollevato da terra al fine di allontanare l’umidità di risalita e il gas Radon proveniente dal terreno di origine vulcanica; le vetrate sono in vetro stratificato con gas Argon per abbattere i valori di trasmittanza; la forma e l’inclinazione della copertura sono modellate sulla base dell’attento studio del percorso del sole durante il solstizio estivo e invernale; le ampie vetrate perimetrali sono soleggiate durante l’inverno ed ombreggiate d’estate; infine, la realizzazione di vasistas con aperture temporizzata sulle porte di ingresso, permette lo sfruttamento del raffrescamento passivo notturno. Uno spazio pieno di luce che nasce dalle esigenze connesse alle attività che in esso si svolgono. L’alta percentuale del fattore di luce diurna garantisce, oltre al comfort visivo degli abitanti, anche un’elevata resa cromatica necessaria per il lavoro con i tessuti. Raffrescamento e riscaldamento sono affidati all’impianto con pompa di calore affiancato al sistema di pannelli fotovoltaici installati in copertura. Semplicità, chiarezza lessicale e luce si fondono in un edificio che trova la sua contemporaneità non solo nelle forme, ma soprattutto nei suoi caratteri connessi alla sostenibilità.”